"Quello che non sei in grado di accettare è l'unica causa della tua sofferenza".
GERARDO SCHMEDLING
Quando accettiamo, diciamo un sì pieno alla vita. È in quel sì dove risiede il potere della trasformazione, l'opportunità di trascendere e riconvertire il nostro atteggiamento e, di conseguenza, la nostra realtà. Diventiamo proattivi e responsabili delle nostre vite. Sentiamo che un potere intrinseco dimora in noi e diventiamo i veri protagonisti della nostra Vita.
Senza accettazione è più probabile che cadiamo nel ruolo di vittime presumendo di non avere voce o possibilità di azione su ciò che ci accade. Con l'accettazione questo cambia, il nostro sguardo, il nostro approccio si trasformano poiché non osserviamo ciò che ci accade attraverso l’apatia o il giudizio, ma prendiamo ciò che ci accade, lo accettiamo e decidiamo con quale atteggiamento affrontarlo. Questo è il nostro potere perché la realtà è neutra. È solo attraverso la nostra interpretazione che qualifichiamo gli eventi come positivi e benefici o negativi e drammatici. Comprendere quindi che la nostra felicità non dipende dall'esterno ma dal nostro sguardo e dalla nostra interpretazione.
Accettare è diverso dal rassegnarsi, anche se a volte può essere confuso. Accettare è apprezzare la vita e rispettarla in tutti i suoi aspetti, così com'è. Con la sua parte luminosa e oscura, senza giudicare, senza frustrarci per le aspettative che non si compiono e senza credere che le cose dovrebbero essere diverse da come sono. Credere di avere la capacità di cambiare la realtà per adattarla ai nostri interessi e frustrarci ad ogni tentativo fino a renderci conto che l'unica cosa che possiamo cambiare è la nostra visione e il nostro atteggiamento.
Si tratta di occupare il posto che ci spetta con umiltà. Accettare è anche aver fiducia. È vivere pienamente e non per metà. È correre rischi senza paura sapendo che ciò che accadrà sarà il meglio per la nostra crescita ed evoluzione. Perché qualunque sia il risultato, lo accettiamo e lo sfruttiamo al meglio e, se necessario, lo riconvertiamo e ci reinventiamo. Siamo co-creatori della realtà che ci viene data. Vediamo cosa abbiamo e decidiamo la prossima mossa. Sapendo che il modo di affrontarlo dipende dalla nostra proattività, dal nostro atteggiamento e dalla predisposizione per citarne alcuni.
Quando diamo il benvenuto a ciò che succede nella nostra vita, ci diamo il permesso di viverlo, sentirlo e dare spazio all’emotività che lo accompagna. Ci permettiamo di sentire pienamente e di manifestarci nella nostra massima espressione. Ci liberiamo di limiti e paure. Quando evitiamo e reprimiamo emozioni (a volte inconsciamente) le stiamo negando e pertanto neghiamo una parte di noi stessi.
Una proposta semplice per mettere in pratica ciò che propone Borja Vilaseca è la seguente:
“Di fronte a qualsiasi turbamento, che sia per paura, tristezza o rabbia, fatti una semplice domanda: cosa non sto accettando? La risposta ti farà capire che il limite che causa tutte queste reazioni spiacevoli è nella tua mente e da nessun' altra parte. "
Accettare è smettere di perdere tempo e andare avanti più velocemente. E’ imparare a smettere di resistere ai fatti. Se qualche volta hai avuto resistenze davanti ad una situazione che non ti piaceva (non importa quanto semplice o tragica fosse), sei riuscito a cambiare quanto successo? Hai osservato se quando accetti una situazione, semplicemente per accettarla, le cose iniziano a succedere, a cambiare, a trasformarsi? Se non l'hai mai osservato, fallo la prossima volta. L'energia si trasforma e hai il potere di farlo.